Ho avuto la fortuna di poter visitare la 110a fiera del bitto durante un week end quasi estivo.
Temperature gradevoli, cielo terso. Montagne con alberi dalle mille sfumature.
Un ultimo sprazzo d'estate anche in Valtellina.
Dopo un intero week end passato a degustare piatti tipici valtellinesi, tra cui per ben due volte i famosi pizzoccheri, non potevo esimermi dal provare a riproporli a casa.
Detto fatto.
Avevo ancora impresso davanti agli occhi la signora che in piazza preparava i pizzoccheri a mano.
Produceva pizzoccheri con una naturalezza da far sembrare l'operazione incredibilmente facile.
Logicamente non ho potuto evitare di chiederle la ricetta, nonchè i piccoli trucchi.
"una volta che hai preparato i pizzoccheri, dimentica la farina (farina 0), vanno sempre spolverati con il grano saraceno, e niente sale nell'impasto".
"anche se sulla ricetta la proporzione è di 1 a 4, io uso 1 a 3". Overossia: 3 parti di grano saraceno ed 1 di farina 0.
Ma la quantità di acqua?
"deve risultare un impasto elastico in modo da poterlo tirare col mattarello senza difficoltà: non deve essere duro, altrimenti si crepa, nè torppo morbido, altrimenti resta appiccicoso".
Dopo aver lasciato la signora Laura ai suoi pizzoccheri, ho proseguito il giro fra bancarelle di formaggi, salumi, miele, yogurt, mele da sgranocchiare e da bere...
C'era la bancarella con le creme da corpo con latte di capra, quella con creme con latte d'asina.
C'erano i gelatai che creavano gusti autunnali uno più invogliante dell'altro...
Le caldarroste profumate.
Ma soprattutto i formaggi. Hanno premiato i migliori produttori di bitto e casera.
Ho trascorso due giorni parlando con produttori locali, con allevatori, albergatori.
Ho ascoltato le bande composte da giovanissimi, poi signori suonare la fisarmonica, donne filare la lana, anziari intagliare il legno.
Ho assistito alla gara di tosatura delle pecore, e del taglio del legno dei boscaioli.
Ho potuto ammirare i vestiti tipici
Cose d'altri tempi. Una vita al rallentatore.
Noi cittadini abituati a bere il caffè in piedi al bar, all'happy hour, lo spritz, la movida...
Tutta un'altra storia.
Comunque, per tornare ai pizzoccheri, stamattina mi ci sono cimentata: niente di più facile!
L'impasto si fa in 5 minuti, poi mentre tagli le patate a cuberri, e le metti a bollire, prepari i formaggi, fai soffrigere l'aglio nel burro, poi aggiungi verza, o coste o fagiolini, a seconda della stagionalità.
Vi metto di seguito la ricetta originale dell'Accademia del pizzocchero di Teglio, dove questa pasta dal sapore inconfondibile, è stata creata.
Preparazione: 45 minuti
Difficoltà: media
Ingredienti per 4 persone:
400 g di farica di Grano Saraceno
100 g di farina bianca 0
200 g di burro
250 g di formaggio Valtellina Casera DOP
150 g di formaggio grattugiato
200 g di verze
250 g di patate
1 spicchio d'aglio
pepe q.b.
Mescolare le due farine, impastarle con acqua e lavorarle per circa 5 minuti
Con il mattarello tirare la sfoglia fino ad uno spessore di 2-3 millimetri, con il coltello tagliare la pasta a fasce di 7/8 cm.
Sovrapporre le fasce, avendo l'accortezza di sporverarle di farina di grano saraceno per non farle attaccare.
Tagliare le fasce nel senso della larghezza, ottenendo delle tagliatelle larghe circa 4/5 mm.
Cuocere le verdure in acqua salata, le verze a piccoli pezzi, e le patate tagliate a tocchetti.
Far cuocere finchè le verdure non siano quasi cotte (assaggiare una patata), poi unire i pizzoccheri e lasciarli cuocere 10 minuti.
Nel frattempo friggere il burro con l'aglio lasciandolo colorire bene.
Tagliare il Casera a scaglie.
Raccogliere i pizzoccheri con una schiumarola e versarne una parte in una taglia bel calda.
cospargere con il formaggio grattugiato ed il Casera, proseguire alternando pizzoccheri e formaggio.
Versare il burro sui pizzoccheri senza mescolare. Servire i pizzoccheri bollenti con una spolverata di pepe.
***
Mi sono venuti al primo colpo, quindi vuol dire che sono facili da preparare.
Non esitate e beveteci un buon rosso corposo, meglio se valtellinese!
lunedì 16 ottobre 2017
domenica 11 giugno 2017
Notte prima degli esami
Cara Valentina,
La ruota gira, gira... macinando giorni, che si trasformano in settimane, mesi, anni.
Girando incessantemente, questa grande invezione dei tempi antichi, ti ha portato alla notte prima degli esami.
E come sempre questa ruota, oltre alla notte, ha portato con sè ansia.
Non importa quanti esami hai già superato.
La tensione c'è sempre: è palpabile, quasi visibile.
Ieri notte è stata la notte prima degli esami di terza media.
Ti giri nel letto, ma il caldo non aiuta a rilassarti.
Nell'ultimo mese ha raggiunto dei bei traguardi: il concorso letterario, la certificazione di inglese passata con merito, e non ultimo la cintura nera di karate.
E mentre tu ti starai confrontando con il tema di italiano, io ti scrivo.11111111111111111111111111111111111-
Remy è venuto ad aggiungere il suo sostegno. Camminando sulla tastiera ti ha scritto che ti vuole bene.
1
Ieri notte anche le tue amiche erano in ansia, l'hanno scritto nella chat.
05211111 questo è Remy che ti scrive di non stare in ansia.
Passerai questa settimana impegnativa, e supererai gli esami brillantemente.
Una bellissima estate ti aspetta, quella dopo tutte le notti prima degli esami!
Sii sempre te stessa. Sei brillante, socievole, comunicativa, non neghi mai il tuo aiuto.
Il tuo sorriso accende i tuoi occhi. Abbi fiducia in te stessa. Non dubitare mai delle tue capacità.
Ieri notte ti guardavo mentre dormivi.
Non c'è niente di più bello per una madre.
Ti voglio tanto bene.
sabato 25 marzo 2017
25 Marzo 2017 ... habemus avuto il Papa
Finita.
Sono già a casa. Beh, mi sono fermata al mio bar preferito a fare la mia colazione perfetta, con mia madre e mia figlia.
Il figlio era stanco, se ne è tornato a casa.
Ieri verso mezzanotte ero andata in perlustrazione per vedere che misure di sicurezza avessero messo in atto. Dopo aver girato in lungo ed in largo la zona, ho parlato con un carabiniere.
Certo, non c'era nessuna certezza che tutto potesse filare liscio, ma ho deciso di correre il rischio.
Stamattina sono uscita di casa, sul prato decine di mezzi della protezione civile, camionette antisommossa della polizia, artificeri, blindati dei carabinieri. Cinquanta metri di sbarramento per arrivare alla fila. quaranta minuti in coda per il controllo con il metal detector.
Tutti composti, si chiacchierava tra di noi, amici che di solito si incrociano mentre corriamo da una parte all'altra portando i figli a scuola.
Una mattina nebbiosa.
L'aereo del Papa in ritardo causa nebbia.
Siamo entrati nel nostro settore, ci hanno consegnato la sciarpetta dell'evento.
I bambini sono stati messi sotto la tribuna, seduti per terra.
Noi dietro, in piedi.
A parte qualche commento da dimenticare, e qualche comportamento di pura cafoneria di alcuni presenti, l'attesa è stata breve.
Vedo passare mia figlia insieme ad altri cinque bambini, tra il Parroco e le guardie di sicurezza.
Beh, devo dire che un tantino preoccupata lo ero. Non era previsto che prendessero i bambini e li portassero dal Papa.
Che emozione. Ho avuto li privilegio di avere le prime foto del Papa in primo piano.
Il saluto ai bambini, la carezza del Papa a mia figlia. Sono mielensa? Può essere ma non mi importa.
Infine la papamobile, con lui che salutava. Come di consueto è sceso ed ha salutato le folle, stretto le mani. Poi è salito sul palco e ci ha parlato.
Nel frattempo è arrivato il sole.
Un discorso breve, d'altronde la sua visita a Milano è stata programmata al minuto.
Puntualmente, alle 9.30 se ne va.
Non c'è stata frenesia, niente di niente.
Certo, la delusione di chi è riuscito a vedere di sfuggita solo la sua papalina, era palpabile.
Ma lo scopo era di esserci.
E' andato tutto bene. I poliziotti in borghese erano tra la folla, i capi graduati li scrutavano dal vialetto.
Sono riuscita a recuperare mia figlia, la gente se ne è andata via senza spingere, in maniera ordinata.
Io odio le folle, gli assembramenti. Mi fanno paura, li rifuggo.
Eppure sono andata. e sono contenta di averlo fatto.
Ringrazio i volontari che si sono prodigati affinchè tutti si potessero sentire il più possibile a loro agio.
Sono già a casa. Beh, mi sono fermata al mio bar preferito a fare la mia colazione perfetta, con mia madre e mia figlia.
Il figlio era stanco, se ne è tornato a casa.
Ieri verso mezzanotte ero andata in perlustrazione per vedere che misure di sicurezza avessero messo in atto. Dopo aver girato in lungo ed in largo la zona, ho parlato con un carabiniere.
Certo, non c'era nessuna certezza che tutto potesse filare liscio, ma ho deciso di correre il rischio.
Stamattina sono uscita di casa, sul prato decine di mezzi della protezione civile, camionette antisommossa della polizia, artificeri, blindati dei carabinieri. Cinquanta metri di sbarramento per arrivare alla fila. quaranta minuti in coda per il controllo con il metal detector.
Tutti composti, si chiacchierava tra di noi, amici che di solito si incrociano mentre corriamo da una parte all'altra portando i figli a scuola.
Una mattina nebbiosa.
L'aereo del Papa in ritardo causa nebbia.
Siamo entrati nel nostro settore, ci hanno consegnato la sciarpetta dell'evento.
I bambini sono stati messi sotto la tribuna, seduti per terra.
Noi dietro, in piedi.
A parte qualche commento da dimenticare, e qualche comportamento di pura cafoneria di alcuni presenti, l'attesa è stata breve.
Vedo passare mia figlia insieme ad altri cinque bambini, tra il Parroco e le guardie di sicurezza.
Beh, devo dire che un tantino preoccupata lo ero. Non era previsto che prendessero i bambini e li portassero dal Papa.
Che emozione. Ho avuto li privilegio di avere le prime foto del Papa in primo piano.
Il saluto ai bambini, la carezza del Papa a mia figlia. Sono mielensa? Può essere ma non mi importa.
Infine la papamobile, con lui che salutava. Come di consueto è sceso ed ha salutato le folle, stretto le mani. Poi è salito sul palco e ci ha parlato.
Nel frattempo è arrivato il sole.
Un discorso breve, d'altronde la sua visita a Milano è stata programmata al minuto.
Puntualmente, alle 9.30 se ne va.
Non c'è stata frenesia, niente di niente.
Certo, la delusione di chi è riuscito a vedere di sfuggita solo la sua papalina, era palpabile.
Ma lo scopo era di esserci.
E' andato tutto bene. I poliziotti in borghese erano tra la folla, i capi graduati li scrutavano dal vialetto.
Sono riuscita a recuperare mia figlia, la gente se ne è andata via senza spingere, in maniera ordinata.
Io odio le folle, gli assembramenti. Mi fanno paura, li rifuggo.
Eppure sono andata. e sono contenta di averlo fatto.
Ringrazio i volontari che si sono prodigati affinchè tutti si potessero sentire il più possibile a loro agio.
venerdì 24 marzo 2017
Habemus visita Papa ... un pò di timore ce l'ho
Certo non è da tutti ricevere il Papa in quartiere.
Di fianco a casa, nella mia Parrocchia.
Mai visto tanti articoli su testate giornalistiche, in internet...
Mai visto tanta attenzione al mio quartiere.
Da giorni è comparso il divieto di sosta sulle strade per avvisare che da stasera ci sarà il blocco: solo i residenti oggi potranno tornare a casa e percorrere in auto queste strade. Domani però tutto bloccato. Anche per i residenti. Non passeranno neppure i mezzi pubblici. Non si vedono più auto parcheggiate, dove fino a ieri la giungla imperversava.
Stanno preparando il palco per il Papa nei giardinetti.
Ho visto una marea di forza dell'ordine con tanti gradi sulle spalle.
Altri in borghese. Poi c'è il nostro Parroco, in mezzo a loro.
Stanno per tenere una riunione, una delle tante.
Il nostro Parroco è una persona molto in gamba, molto paziente con tutti.
Stamattina ho portato a scuola mia figlia: stavano finendo di transennare tutta la zona dove passerà la Papamobile. Fa un certo effetto.
Hanno messo i totem che indicano i settori per i credenti, i curiosi... tutti quelli che vorranno essere presenti domani.
Previa richiesta del Pass, ovviamente.
Io sono andata al mio bar preferito a fare colazione.
Pattuglie di polizia bloccano l'accesso ai parcheggi, non c'è problema, ci vado a piedi io.
Domani i varchi saranno aperti dalle 6 fino alle 7.30. Da quel momento comincerà l'attesa. In piedi ovviamente.
Sono stati distribuiti più di 6.000 pass.
Di voci ce ne sono tante che girano. Parlano pure di cecchini sui tetti. Mi sembra strano.
Telecamere di sicurezza però ci sono.
Io odio gli assembramenti, la confusione.
Che fare... Vado o non vado? Avere il Papa qui e non andarci, sembra quasi un insulto.
Però un pò di timore ce l'ho.
E non solo io, tante altre mamme.
"I bambini davanti, così vedono meglio."
Ecco, parliamone. Di bambini ce ne saranno centinaia. Sinceramente di perdere di vista mia figlia tanta voglia non ne ho.
Mi faccio mille problemi?
Probabilmente sì.
Oggi pomeriggio porterò mia figlia in palestra, a piedi, guarderò in giro e valuterò il da farsi.
"C'è il Papa, più sicuro di così non potrà mai essere."
Effettivamente di re, regine, capi di stato, primi ministri è pieno il mondo.
Di Papa cen'è uno solo, quindi va protetto per benino.
Questo mi tranquillizza un pò.
E' anche vero che basta anche solo un matto per fare un disastro.
E questo non mi tranquillizza per niente!
Di fianco a casa, nella mia Parrocchia.
Mai visto tanti articoli su testate giornalistiche, in internet...
Mai visto tanta attenzione al mio quartiere.
Da giorni è comparso il divieto di sosta sulle strade per avvisare che da stasera ci sarà il blocco: solo i residenti oggi potranno tornare a casa e percorrere in auto queste strade. Domani però tutto bloccato. Anche per i residenti. Non passeranno neppure i mezzi pubblici. Non si vedono più auto parcheggiate, dove fino a ieri la giungla imperversava.
Stanno preparando il palco per il Papa nei giardinetti.
Ho visto una marea di forza dell'ordine con tanti gradi sulle spalle.
Altri in borghese. Poi c'è il nostro Parroco, in mezzo a loro.
Stanno per tenere una riunione, una delle tante.
Il nostro Parroco è una persona molto in gamba, molto paziente con tutti.
Stamattina ho portato a scuola mia figlia: stavano finendo di transennare tutta la zona dove passerà la Papamobile. Fa un certo effetto.
Hanno messo i totem che indicano i settori per i credenti, i curiosi... tutti quelli che vorranno essere presenti domani.
Previa richiesta del Pass, ovviamente.
Io sono andata al mio bar preferito a fare colazione.
Pattuglie di polizia bloccano l'accesso ai parcheggi, non c'è problema, ci vado a piedi io.
Domani i varchi saranno aperti dalle 6 fino alle 7.30. Da quel momento comincerà l'attesa. In piedi ovviamente.
Sono stati distribuiti più di 6.000 pass.
Di voci ce ne sono tante che girano. Parlano pure di cecchini sui tetti. Mi sembra strano.
Telecamere di sicurezza però ci sono.
Io odio gli assembramenti, la confusione.
Che fare... Vado o non vado? Avere il Papa qui e non andarci, sembra quasi un insulto.
Però un pò di timore ce l'ho.
E non solo io, tante altre mamme.
"I bambini davanti, così vedono meglio."
Ecco, parliamone. Di bambini ce ne saranno centinaia. Sinceramente di perdere di vista mia figlia tanta voglia non ne ho.
Mi faccio mille problemi?
Probabilmente sì.
Oggi pomeriggio porterò mia figlia in palestra, a piedi, guarderò in giro e valuterò il da farsi.
"C'è il Papa, più sicuro di così non potrà mai essere."
Effettivamente di re, regine, capi di stato, primi ministri è pieno il mondo.
Di Papa cen'è uno solo, quindi va protetto per benino.
Questo mi tranquillizza un pò.
E' anche vero che basta anche solo un matto per fare un disastro.
E questo non mi tranquillizza per niente!
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