Finita.
Sono già a casa. Beh, mi sono fermata al mio bar preferito a fare la mia colazione perfetta, con mia madre e mia figlia.
Il figlio era stanco, se ne è tornato a casa.
Ieri verso mezzanotte ero andata in perlustrazione per vedere che misure di sicurezza avessero messo in atto. Dopo aver girato in lungo ed in largo la zona, ho parlato con un carabiniere.
Certo, non c'era nessuna certezza che tutto potesse filare liscio, ma ho deciso di correre il rischio.
Stamattina sono uscita di casa, sul prato decine di mezzi della protezione civile, camionette antisommossa della polizia, artificeri, blindati dei carabinieri. Cinquanta metri di sbarramento per arrivare alla fila. quaranta minuti in coda per il controllo con il metal detector.
Tutti composti, si chiacchierava tra di noi, amici che di solito si incrociano mentre corriamo da una parte all'altra portando i figli a scuola.
Una mattina nebbiosa.
L'aereo del Papa in ritardo causa nebbia.
Siamo entrati nel nostro settore, ci hanno consegnato la sciarpetta dell'evento.
I bambini sono stati messi sotto la tribuna, seduti per terra.
Noi dietro, in piedi.
A parte qualche commento da dimenticare, e qualche comportamento di pura cafoneria di alcuni presenti, l'attesa è stata breve.
Vedo passare mia figlia insieme ad altri cinque bambini, tra il Parroco e le guardie di sicurezza.
Beh, devo dire che un tantino preoccupata lo ero. Non era previsto che prendessero i bambini e li portassero dal Papa.
Che emozione. Ho avuto li privilegio di avere le prime foto del Papa in primo piano.
Il saluto ai bambini, la carezza del Papa a mia figlia. Sono mielensa? Può essere ma non mi importa.
Infine la papamobile, con lui che salutava. Come di consueto è sceso ed ha salutato le folle, stretto le mani. Poi è salito sul palco e ci ha parlato.
Nel frattempo è arrivato il sole.
Un discorso breve, d'altronde la sua visita a Milano è stata programmata al minuto.
Puntualmente, alle 9.30 se ne va.
Non c'è stata frenesia, niente di niente.
Certo, la delusione di chi è riuscito a vedere di sfuggita solo la sua papalina, era palpabile.
Ma lo scopo era di esserci.
E' andato tutto bene. I poliziotti in borghese erano tra la folla, i capi graduati li scrutavano dal vialetto.
Sono riuscita a recuperare mia figlia, la gente se ne è andata via senza spingere, in maniera ordinata.
Io odio le folle, gli assembramenti. Mi fanno paura, li rifuggo.
Eppure sono andata. e sono contenta di averlo fatto.
Ringrazio i volontari che si sono prodigati affinchè tutti si potessero sentire il più possibile a loro agio.
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